“Ciò che più mi mancherà del mio lavoro sono le persone, l’empatia che si costruiva con i pazienti”. Il dottor Paolo Barone, 63 anni, primario del reparto di Anestesia e Rianimazione 1, che ha in capo la gestione del pre-ricovero, della week surgery e della day surgery, chiude con queste parole il suo percorso lavorativo dopo 31 anni tra le corsie dell’ospedale Sant’Anna. Il medico infatti, assunto nel 1993, è andato in pensione lo scorso 7 luglio e oggi ha salutato amici e colleghi.
Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Palermo nel 1985, si è specializzato nel medesimo ateneo in Medicina Interna nel 1990. “Dopo sei anni di servizio in giro per l’Italia, approdai a Como dove venni assunto come aiuto corresponsabile ospedaliero di Pronto Soccorso all’ospedale Sant’Anna – ricorda il primario – In Ps rimasi per nove anni, poi passai nel reparto di Anestesia e Rianimazione, dopo che nel 2004 avevo conseguito in questa branca all’Università degli Studi dell’Insubria la mia seconda specializzazione”.
Tra gli eventi dedicati ai professionisti ai quali ha partecipato, Barone ricorda in particolare la nona edizione del Perioperative Medicine Summit (2014), in Arizona. “Ero l’unico italiano presente e parlai del nostro utilizzo della Prilocaina – spiega – un farmaco che all’epoca negli Stati Uniti ancora non veniva utilizzato in anestesia loco-regionale”.
Una vita trascorsa nell’emergenza-urgenza. “Un reparto certamente duro ma anche estremamente gratificante perché si ha l’opportunità di approcciarsi al paziente in modo olistico – aggiunge il medico – Ai medici che iniziano oggi il loro percorso lavorativo posso solo suggerire di ascoltare il più possibile i propri pazienti, anche e soprattutto quelli più giovani. Se si riesce a entrare in sintonia con loro, in tantissime occasioni si possono fare diagnosi senza eccedere negli esami perché i pazienti, anche senza accorgersene, ci raccontano tutto quello che ci serve sapere per fare bene il nostro mestiere”.
Proprio questo approccio lo ha portato fin dal 2007 a lavorare all’attivazione della Week surgery al Sant’Anna, un’area di degenza multidisciplinare che prevede, a seconda della tipologia di intervento chirurgico programmato e delle condizioni del paziente, il ricovero per un massimo di 5 giorni (4 notti).
“Col trasferimento a San Fermo, grazie alle competenze di tanti medici e infermieri provenienti dai vari reparti, è stato possibile organizzare un sistema funzionale – conclude Barone – sia per il paziente che necessita di un ricovero a media-bassa intensità di cura sia per le varie chirurgie che devono organizzare gli interventi”.